Ieri sera tornavo a casa con mio marito e, passando davanti ad una chiesa, mi sono tornati in mente i ricordi delle estati in cui in quella chiesa siamo stati ad ascoltare dei concerti bellissimi. Concerti e serate estive, caldo, sudore, abiti leggeri, programma del concerto come ventaglio. Per un attimo i ricordi sono stati sensazioni fisiche, veicolati dal salto di abbigliamento: allora maniche corte e sandali senza calze, ora avvolta nel giaccone pesante, i piedi freddi, due golf di lana.
Mi capita spesso di passare in luoghi che frequento abitualmente e di ricordare, attraverso l’abbigliamento, momenti in cui sono passata di lì: quel giorno pioveva, avevo l’impermeabile blu e ricordo che… Passavo di qui ed ero imbacuccata all’inverosimile…
I luoghi sono tempo. Tempo sancito dal cambiamento dell’abbigliamento, dal grado di pesantezza o leggerezza degli abiti. Tempo sancito dalle sensazioni nel corpo dei gradi di temperatura, del caldo/freddo sulla pelle. Tempo sancito dalle stagioni, dalle foglie sugli alberi o dai rami secchi. Luoghi e tempo che passa, luoghi e vita che ci è passata attraverso.
I luoghi sono i depositari della nostra memoria, custodiscono le nostre vite, i nostri preziosi momenti di vita: ognuno ci lascia i suoi, e i luoghi li accolgono mantenendo il segreto, non svelando ad altri ciò che vi abbiamo depositato. I luoghi sono pubblici eppure così privati. Come la lettera rubata di Poe, sono sotto gli occhi di tutti, ma solo chi sa, vede. Parlano solo per i proprietari dei ricordi.
I luoghi son lì, fermi, mentre noi passiamo; nell’alternarsi delle stagioni i luoghi mutano lentamente, a volte impercettibilmente, mentre la nostra vita si dispiega, prende nuove pieghe…
Quando torno a Torino, dove non vivo da più di dieci anni, i luoghi in cui passo rilasciano ricordi: ricordi in cui faceva caldo o freddo, pioveva o c’era il sole, avevo il cappotto o i sandali.
Come scriveva Rilke, nella seconda elegia duinese (ho già citato questi versi): “Come rugiada dall’erba novella/ quel che è nostro svapora da noi, come il calore da / vivanda calda. (…)/ Avrà forse sapore di noi il cosmico spazio in cui ci dissolviamo?”
I luoghi, anche se non raccontano le storie se non ai diretti interessati, avranno comunque un po’ sapore di noi?
Senz’altro…i posti portano con loro qualcosa di noi.
A me capita spesso di sogare i posti in cui sono stato, posti strani, allora considerati inutili: una fermata dell’autobus, una traversa che usavo come scorciatoia, un parcheggio, un semafor nella note mentre tornavo a casa.
Ecco, in quei posti ho lasciato qualcosa, sono ancora li aggrappati, e a volte cerco di andare a riprenderlo…
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È bello che sia così! 🙂
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Eh, sì.. è così!
Buona giornata anche a te, Marta 🙂
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Io credo che quando tu hai vissuto tanto tempo in un posto, tu sei quel posto. (Rocky Balboa). Ecco penso questa citazione dia una risposta…a quanto scritto da te. Nei luoghi ci ritroviamo perchè portiamo ogni dettaglio nei nostri ricordi.
Buona giornata
.marta
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