Irriducibili. Ognuno a modo suo, magari anche solo in un piccolo angolo del nostro essere, ma siamo irriducibili.
Forse giudichiamo severamente chi ha abusato della chirurgia estetica, chi si sfinisce in palestra per muscoli sempre più scolpiti, o guardiamo con un sorriso ironico cinquantenni e sessantenni vestiti da adolescenti che da adolescenti si comportano.
Irriducibili, non si arrendono al tempo che passa.
Ma irriducibili siamo anche in altri campi: sul lavoro, nei doveri, negli amori sbagliati, nella ricerca della felicità, della salute assoluta…
La questione complessa riguarda quel confine sottile tra impegno e ostinazione, tra limare i limiti e accanirsi contro muri invalicabili.
A volte accade che combattiamo per lunghi anni battaglie perse, ci sfiniamo in progetti senza risultati, e con questo sottraiamo forze agli obiettivi possibili.
Dove finisce la perseveranza e inizia l’inutile dispendio di energie?
Come facciamo a sapere quando l’arrendersi libera la strada e quando invece è solo rinuncia a un passo dalla vetta?
Non lo sappiamo, non ci sono protocolli. Abbiamo solo l’ascolto di noi stessi, il farci domande, il dialogo.
Arrendersi è faticoso. Rinunciare a ideali irraggiungibili, a traguardi impossibili. È frustrante accettare il limite che non si riesce, o non si può superare.
Nel nostro sentire comune, parole come rinuncia, resa, accettazione, limite, suonano negative, povere di valore. Invece parole come battaglia, lotta, conquista, suonano nobili.
Don Chisciotte è sempre altrove, noi vogliamo gli eroi.
L’estate mi ha portato qualche riflessione sulle mie aree di ostinazione, e ho deciso che dovevo mollare. Ci sto provando, e al momento sento che è cosa buona.
Sulla lavagnetta in cucina ora appare la scritta: “non accanirti”. Mi fa bene ricordarmelo, e rinnova l’impegno.
Io sto imparando a caro prezzo quando è bene continuare con forza (piú che con ostinazione) a camminare sulla strada scelta e quando devo lasciar(mi) andare, quando accettare la sconfitta e cercare una compensazione, che mi rimetta su. Il mio carattere, prima sicuramente piú testardo, ora si é trasformato (gli anni, la malattia, la morte di una sorella, ecc.) ed è diventato – come dire – piú flessibile sulle situazioni da vivere, ma piú fermo su idee e valori, pur non diventando un’integralista… Grazie come sempre delle tue parole riflessive, che ormai seguo con continuità. Un saluto caro
Cristina
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Cara Cristina,
grazie per le tue parole. La tua testimonianza di come affronti la malattia, e la vita, è molto preziosa.
Ti abbraccio,
Chiara
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ehhhhhhh…..
c’ho scritto un articolo pure io:
https://sognatorefallito.wordpress.com/2016/06/16/determinato-o-cocciuto/
E ancora non sono riuscito a darmi una risposta. Una risposta che mi piace, perlomeno.
Certo, la risposta giusta sarebbe:”non accanirti, quando vedi che diventa un’ossessione devi mollare!” … ma come si fa? Come si fa a rinunciare al nostro desiderio quando sappiamo che la vita è una sola e gli anni passano inesorabilmente?
Come si fa a dire “fa niente, mi metto il cuore in pace e andrà meglio nella prossima vita” ?
Come si fa?
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Si fa… Accettando la frustrazione… Poi si aprono nuove strade…
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Bellissima riflessione che mi ha dato la spinta per prendere coscienza anche delle mie ostinazioni. Devo cercare di tenerlo a mente anch’io di non accanirmi troppo… Grazie! 🙂
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🙂
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moooooolto bella questa riflessione, ma tanto tanto. buon settembre, con tutte le sue “perlessità e possibilità” (cit.)
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Grazie! 🙂
Buon settembre anche a te… È un mese così bello…
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Ho scritto qualcosa di simile proprio l’altro giorno, anche con meno intensità. Ho parlato di strade e della possibilità di poterle scegliere, anche se nessuno ci può dire qual è quelle giusta. Al massimo possiamo capire quando prenderne una e soprattutto essere certi, pur senza garanzie, di dove vogliamo andare.
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… E a volte, andando dove vogliamo andare, scopriamo che ha più senso cambiare nuovamente direzione… Quando si dice l’avventura della vita… 🙂
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Beh, così però è sicuramente più interessante.
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Decisamente! 🙂
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un pò rientra nel mio stile di vita…che è quello di cercare la massima semplificazione …
Cerco così di vivere più serena (cerco eh…)
ottima riflessione
ciao
.marta
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🙂 … Cerco anch’io… 😉
Buona giornata, Marta!
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Simile conclusione anche la mia: e’ inutile accanirsi. Con gli anni le prospettive cambiano e forse alla fine ci si accontenta. I mulini a vento sono irriducibilmente imprendibili. Forse 🙂
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🙂 🙂
Puntiamo alla saggezza! 🙂
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È molto difficile trovare la strada giusta, alle volte arriva un indizio, sembra quello giusto, poi passa. Ci vorrebbe un libretto delle istruzioni o una sbirciatina avanti, giusto per capire.
Ma non si può, contiamo solo su di noi. E sugli amici e gli affetti che possono suggerirci quello che noi non vediamo.
Ottima riflessione e quel cartellino mi sa che me lo scrivo anch’io.
Ciao Chiara
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In effetti anche il dialogo con gli altri aiuta…
E poi, guarda, mi sembrava solo una cosa un po’ buffa, ma quella scritta, a guardarla tutti i giorni, continua a “parlare”…
Ciao Chiara! Buona giornata 🙂
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A volte le cose importanti sono le più semplici 🙂
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Parole sacrosante! Mi viene in mente quella vecchia preghiera ebraica che chiede a Dio (anzi a Javhè) di dare la forza per cambiare le cose che si possono cambiare, la pazienza per accettate quelle che non si posso cambiare e soprattutto la saggezza per discernere le une dalle altre.
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Sì, ce l’ho ben presente… E quella saggezza è la parte più difficile!
Ciao Romolo… Buona giornata! 🙂
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Forse per capire come siamo abbiamo bisogno di sguizagliare l’ostinazione, … e l’importante è farlo in un cortile che non sia poi così esteso..
Buona giornata e buone fotografie 🙂
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Certo… Solo che bisogna capire quando l’ostinazione sequestra energie, ci fa accanire su un punto e ci fa perdere la visione d’insieme… Non è semplice…
Ciao Andrea! Buona settimana 🙂
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